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Psicoterapia di Coppia 

La Psicoterapia di coppia lavora sui problemi che nascono nelle relazioni. Nel lavoro sulla coppia si distinguono tre attori ben definiti: il soggetto, il partner e la coppia. Quest'ultima ha un campo d'azione che va oltre i partners: il soggetto viene certo considerato nel lavoro terapeutico, visto che  le problematiche personali sono responsabili dei disaggi di coppia, ma non è il protagonista principale della terapia.
Nel nostro approccio sottoscriviamo una terapia clinica di coppia secondo la quale i livelli di motivazione individuale (intrapsichica) e multipersonale sistemica vanno considerati in maniera complementare.  Secondo quest’ottica l’ambito intrapsichico è privo di significato se è estrapolato dal suo contesto relazionale (Io-Tu.)
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La persona, attraverso modelli interiorizzati, inietta in tutti i suoi rapporti attuali, la programmazione del suo mondo relazionale, ma oltre che dalla sua psicologia, è condizionata dalle regole esistenti nell’unità familiare d’appartenenza.
Gli stessi concetti di patologia e salute sono determinati congiuntamente sia dalle caratteristiche psicologiche dei singoli membri sia dalle leggi relazionali che dall’intergioco tra questi due ambiti.
Tale posizione teorica ha notevoli ripercussioni sulle modalità di lavoro clinico; lavorando con le coppie  l’interesse del terapeuta andrà al di là della ricostruzione del “nucleo” della persona (ristrutturazione dei primi processi psichici) e si concentrerà sul riequilibrio dei rapporti tra i membri del sistema coppia e di tutto il sistema familiare.


Tantissimi possono essere i motivi per cui si richiede una terapia di coppia. Generalmente si arriva ad una richiesta di terapia di coppia quando i livelli di tensione e conflittualità sono altissimi, cioè quando è ormai molto difficili ristabilire una comunicazione e rivitalizzare la vita di coppia. Il contesto sociale e culturale spesso scoraggia la possibilità di richiedere un’aiuto specializzato in caso di crisi coniugale: se si sta male in una coppia si sceglie la strada di un percorso individuale, con il rischio che aumenti la distanza e l’incomunicabilità di coppia, o si aspetta che la tensione familiare faccia esplodere qualche sintomo nei propri figli, situazione questa che autorizza la ricerca di un aiuto esterno qualificato, o si cerca aiuto perché ormai ci si vuole separare e si temono le conseguenze sui figli.
Per quanto i matrimoni possono trasformarsi in una prigione affettiva fatta di incomunicabilità e sofferenza, a lungo si può permanere in questa situazione, attraverso evasioni o recuperi di ogni tipo, con i figli, il lavoro o anche con relazioni extraconiugali, ma nessuna di queste pseudo-soluzioni ha la forza di produrre una svolta decisiva. Per esempio l’arrivo dei figli, prendendo tutte le energie e centralizzando l’interesse della coppia sull’accudimento primario, può anche “congelare” una crisi di coppia che potrà riemergere con maggiore intensità solo nel periodo di latenza o nell’adolescenza del figlio.  Analogamente la situazione del nido vuoto, situazione che si viene a determinare quando i figli adolescenti escono da casa, può rappresentare una crisi drammatica per quelle coppie che avevano coperto le loro difficoltà dietro i bisogni dei figli, ma che improvvisamente si trovano da soli.

Psicoterapia di coppia napoli
Uno dei risultati più significativi da perseguire in una psicoterapia di coppia è proprio quello di svelare e risolvere questa situazione di “autoinganno”. Le persone che hanno avuto beneficio da una terapia di coppia spesso descrivono come la terapia li abbia resi consapevoli di quanto abbiano ingannati se stessi o i propri figli sul piano dell’autenticità, quasi che il percorso terapeutico avesse dato la possibilità di spostarsi dall’accusa sul partner, percepito come fonte del proprio malessere, e avesse permesso di ritornare su stessi, sui propri bisogni traditi.

La maggior parte di queste coppie, e che siano rimaste insieme o che abbiano scelto la strada della separazione, sono in grado di riconoscere quanta energia si spende nell’inconsapevole tentativo di non rivelarsi all’altro pur di mantenere l’illusione di una completa unità.
Un ulteriore inganno, che è necessario affrontare in un percorso di coppia, è quello che Andolfi definisce “la terapia di coppia camuffata”. In questo caso il problema sorto in un figlio bambino o adolescente esercita una pressione emotiva considerevole ed attiva una preoccupazione tale da far scattare una motivazione condivisa a intraprendere una terapia “in nome del figlio”. Soltanto in seguito, nel corso dell’intervento fortemente voluto per il figlio, la coppia scopre il meccanismo di negazione esercitato su se stessi e può mettere in atto un processo di trasformazione individuale e relazionali fino ad allora disconosciuto. Seguendo un percorso la coppia può riacquistare competenza anche di fronte ai sintomi dei figli, che impara a leggere in chiave relazionale, e ad attivare un processo di crescita tanto personale che relazionale. In tale ottica è incredibile constatare quanto possono essere plastici i disturbi di un figlio, che variano in intensità fino a scomparire o ad acquisire nuove manifestazioni, a seconda dei bisogni della coppia e della famiglia tutta.

 

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